Tormentato dai compagni di scuola solo perchè era il primo della classe, è successo a Rimini lo scorso 2 novembre. Ed è solo una della ultime notizie su questo tema che ci vengono riferite, basti pensare che nel solo anno scolastico 2015/2016 il telefono azzurro ha gestito circa 1 caso al giorno di bullismo o cyberbullismo (dati di www.womenews.net) in aumento rispetto all'anno precedente, un dato che rappresenta solo una parte minore del fenomeno. Infatti sono ancora molti i casi in cui le vittime di bullismo non parlano con nessuno e non denunciano il fenomeno, ma si chiudono a riccio in se stessi e cercano di resistere, ma a volte non riescono a resistere così tanto come vorrebbero ed arrivano a compiere gesti estremi fino al suicidio.

Questo fenomeno, nonostante sia stato individuato e denunciato da tantissimo tempo, è ancora forte nelle scuole e nella società in tutti gli Stati del globo ad ogni senza distinzione di latitudine o cultura. Anche in Italia è presente in tutte le regioni anche se, sempre secondo lo studio womenews, c'è una maggiore concentrazione di casi rispetto al resto d'Italia.

Una nuova e più brutale frontiera per questo fenomeno è stata l'arrivo di Internet, che permette di diffondere materiale offensivo in tutto il mondo in pochissimo tempo e solo con qualche click. In questo modo è diventato molto più difficile tutelarsi per le vittime anche se decidono di denunciare la situazione poichè questi contenuti ormai hanno raggiunto una larga diffusione e sono stati visti da una larga fetta di persone, oltre che per il fatto che è difficile farli scomparire dal web. Il maggior strumento di diffusione sono i social network, che sono accessibili a tutti e che possono essere uno strumento di diffusione di cattiveria e rabbia.

Giuseppe Calvanese